100 nuovi cataloghi di mostre della Galleria del Cavallino
La Galleria del Cavallino aprì nell'aprile del 1942 con una mostra collettiva. Nel testo introduttivo di Carlo Cardazzo, si legge:
Se in Italia sorse un collezionismo che è stato l'espressione più viva per l'azione della nostra arte, necessariamente dovevano nascere delle gallerie con il compito di avvicinare sempre più quel pubblico che ha bisogno di un indirizzo artistico.
In questa prima mostra furono presentate opere di Campigli, Carrà, Cesetti, Marino, Romanelli, Rosai, Sironi e Tosi. A sottolinearne l'importanza, era stata data notizia che sarebbe stata inaugurata personalmente da Bottai; anche se, di fatto, in sua vece venne il Sovrintendente alle Regie Gallerie, Vittorio Moschini.
Dopo quella iniziale, seguirono numerose altre mostre a cadenza bisettimanale. La terza mostra, dal 16 giugno al 20 luglio 1942 – una delle mostre più interessanti, anche per la concomitanza con la XXIII Biennale di Venezia – presentava dodici minipersonali, con una mezza dozzina, o poco più, di opere per ciascun autore, modulo adoperato fin dalla prima esposizione. Gli artisti di questa terza mostra furono Campigli, Carrà, de Chirico, de Pisis, Funi, Marussig, Modigliani, Morandi, Scipione, Sironi, Soffici, Tosi.
La cadenza delle mostre subirà un notevole rallentamento negli ultimi anni della guerra, ma a partire dalla metà degli anni Cinquanta le esposizioni proseguiranno senza interruzioni fino alla fine degli anni Ottanta.
I cataloghi delle mostre del Cavallino saranno sempre di poche pagine, in prevalenza un foglio di carta pesante e lucida, ripiegato in due o tre parti, con scritti di critici e spesso degli stessi artisti, accompagnati da una/due immagini, note biografiche e una foto dell'artista. Rare le brochure di poche pagine spillate.
Fra le centinaia di artisti presentati, oltre agli italiani, anche artisti stranieri che venivano ad esporre per la prima volta in Italia.