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ROGERS, Ernesto N.CIAM. Il cuore della città

Milano,  Hoepli 1954

Per una vita più umana della comunità. Numerose illustrazioni, fotografie e rilievi in bianco e nero. Testo introduttivo di Le Corbusier. Traduzione di Julia Banfi Bertolotti.  Testi parte prima "Aspetti dei centri urbani: il cuore della città".:  J.L. Sert, S. Giedion, Gregor Paulsson, G. Scott Williamson, Le Corbusier, Walter Gropius, J.J. Sweeney, J.M. Richards, Ian McCallum, J.B. Bakema, Ernesto N. Rogers, P.L. Wiener, Maxwell Fry, R.J. Neutra, A. Ling, W.J. Holford, Jacqueline Tyrwhitt. Parte seconda: Esempi, l'opera dei CIAM: Gruppo Opbo, Gegenbach e Mollo Christensen, Olof Thumstrom e la Cooperativa Svedese, Studenti dell'Institute of Design di Chicago, Studenti del Pratt Insitute, Gruppo L'Equerre, Gruppo Norvegese, Studenti dell'Architectural Association, Gordon Stephenson, Le Corbusier, Gruppo Marocchino, Wiener e Sert, Jeanneret, Fry e Drew, J. Alaurent, D.E.E. Gibson, Kenzo Tange, O. Senn, Studenti dell'Università di Harvard, W. Vetter, Studenti dell'Università di Yale. Parte terza: Sommario dell'VIII congresso dei CIAM

Conservata la fascetta editoriale.  Ai risguardi con un disegno a pagina doppia di Saul Steinberg («Piazza San Marco»)

4to,  pp. 183 Rilegato (hardback) Manca la sovracoperta. firma di appartenenza all'occhiello (No DJ. Owner's name on the half-title) Molto buono (Very Good)

Nel 1951, all'VIII Congresso CIAM di Hoddesden, in Inghilterra, Ernesto Nathan Rogers presenta una relazione dal titolo Il Cuore: problema umano della città che sarà poi pubblicata, con rielaborazioni, quattro anni più tardi, pei i tipi Hoepli, nel presente volume. A distanza di molti anni quel testo appare ancora straordinariamente attuale e utile ad orientare il ragionamento sull'intervento nella città della storia. Rogers individua, nel cosmopolitismo livellatore e nel folklorismo demagogico due opposti, ma ugualmente pericolosi, atteggiamenti. «Distruggere ciecamente o conservare passivamente sono […] i risultati di una medesima aridità mentale. […] Pensiamo, da un lato, a quanto si è verificato in alcune realtà economicamente emergenti, la Cina, India o Sud America, dove le megalopoli contemporanee hanno consumato e consumano il territorio in maniera indifferenziata, quanto a forma e funzione, e indifferente ai valori identitari locali e, dall'altro, a quanto avviene, nella vecchia Europa dove i centri storici vengono imbalsamati da una visione spesso acritica della conservazione che in più produce il paradosso del lasciar spazio solo a quelle architetture che Gregotti ha definito immagini di design ingrandite che certo non sono più definibili monumenti in quanto non rappresentano una comunità della quale riassumono i valori civili ma soltanto l'architetto e, spesso, valori di natura prevalentemente economica

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