Quelli che tornano. Nemesi dell'emigrato
Giuseppe Alario nella rivista "Nuova fotografia" (Aprile, 1977, pp. 55-61). Con 14 fotografie di Luciano D'alessandro.
"Luciano D'Alessandro, scrutatore d'anime, di situazioni individuali o collettive, testimone critico e insofferente dei modi sballati d'organizzare l'esistenza, con le sue immagini sempre asciutte ma ipertoniche, non chiede congratulazioni per sé, né indulgenza o pietà per i suoi personaggi. Le sue istantanee non hanno nulla di remoto, di sacro, di segreto; sono subito pubbliche, restituiscono il cronista rapido, immediato, col gusto del vero, sono concretamente giornalistiche e rifiutano quel certo sapore letterario, o culturale in quella certa maniera che è dell'intellighenzia fotografica da salotto. Troppo spesso l'operatore con la foto-macchina è viziato dall'intezione di stupire con i procedimenti, quasi, dell'iniziazione. D'Alessandro, invece, usa il suo "occhio" per rendere visibile a tutti ciò che a volte, stranamente, rimane impercepito. Rifiuta le elaborazioni a soggetto. i virtuosismi della regia, la prefabbricazione artistica e compositiva per gettarsi nei fatti della vita, nelle scene dell'attualità, nei dettagli d'espressione colti nel momento di massima vitalità. Gli emigranti, tornati in quel piccolo paese, nel paese del ricordo, hanno trovato Luciano lì, ad aspettare, lo hanno capito, si sono fatti capire."