Napoli

Scrive Sergio Zavoli nella presentazione del libro Vedi Napoli:

La tranche de vie raccolta dall'obiettivo di Luciano D'Alessandro riproduce  un progetto dinamico che scongela di volta in volta la materia presa in esame. Sembrano fotogrammi, più che fotografie o, come si usa dire, istantanee. Non semplici «tessere» del visibile quotidiano, ma polemica, ammonimento, prova documentale e in certi casi, senza complicità, memoria amara: un'operazione in cui si ritrovano, insieme con la storia passata e recente di Napoli, tutti i suoi handicaps socio-culturali. E chiaro che le immagini, prima di essere ritratte, sono state a lungo meditate.

Anche nei ritratti (sia in quelli corali suggeriti dall'inaugurazione dell'anno giudiziario o dalla campagna elettorale del P.C.I., sia in quelli individuali dedicati a Lauro, Ferlaino, Gava, De Filippo, ecc.) insiste il pungolo del critico che enumera in maniera impercettibile, ma tagliente, modelli rituali o dinamici di costume civile, esempi di strapotere, casi di vanagloria, emblemi di strutture culturali, mescolati a seconda dei casi e delle persone con attestazioni di stima, di fiducia o di amicizia.

Anche lo sguardo che D'Alessandro rivolge ai bambini, e alla quotidianità in cui sono inseriti, nasce da una partecipazione ideologica di fondo. La mensa popolare per piccoli sottoproletari non allude soltanto alla solitudine del «fanciullo-persona» e al suo abbandono sociale e pedagogico, ma al fatto che l'istituzione delegata a rendere un servizio alla comunità ha la stessa «qualità» repulsiva che l'immagine ha fermato. L'ambiente scolastico ha sapore di doppi e tripli turni, di arrangiamento pratico, morale e intellettuale. 

I flashes sulle manifestazioni di protesta per la disperante condizione della città, seguite all'epidemia di colera del '73, colgono un aspetto tipico della popolazione giovanile: bambini e adolescenti, elevati dalla «cognizione del dolore» al ruolo di piccoli uomini, lavorano, discutono, praticano l'arte di arrangiarsi, protestano con tutti i mezzi. Non conoscono le docili remore dell'infanzia, non vivono una condizione naturale che privilegia e ricatta, non usufruiscono dei limbi sociali garantiti dalla buona educazione. Hanno ereditato, presto, rabbia e impotenza.





NOTA TECNICA
L'archivio conserva:
- tutti i negativi di questa serie di fotografie, circa 25000 immagini
- 350 stampe fotografiche vintage ai sali d'argento, di diverso formato
- alcune stampe recenti di diverso formato
- Vedi Napoli. Sagep Editrice, Genova, 1974


(Le didascalie che si leggono sfogliando le immagini riportano il numero d'ordine in cui le fotografie appaione nel libro "Vedi Napoli". Al momento sono presenti solo le immagini ottenute dalla scansione delle fotografie originali disponibili presso l'Archivio.)