Un autore al mese: Milena Milani
L'Estate. L'aspettiamo tutto l'anno, e quando sentiamo che sta per sfuggirci rimaniamo sempre un po' storditi, sognanti, accecati dal sole e dall'azzurro abbagliante del cielo che ci illudono di rimanere lì per sempre.
Attaccata al mare era Milena Milani, scrittrice, giornalista e pittrice savonese scomparsa nel 2013 a novantasei anni. Attaccata al “mare o piuttosto al carattere salino e arioso di certo paesaggio senza aggettivi ma tutto direttamente inserito nella parola e nell'evocazione dei personaggi che lo compongono”, come si legge sull'aletta della bella sovraccoperta a colori realizzata dal pittore Remo Brindisi per L'estate, suo esordio narrativo (quello poetico era avvenuto due anni prima, nel 1944, con la raccolta di liriche Ignoti furono i cieli).
Il libro è una continua “scoperta”, per la scrittrice, delle cose fisiche: le mani della ragazza che tiene alla sua pelle delicata, il corpo dei giovanetti che si tuffano, la pioggia del primo racconto Ieri sera.
Il volume fu stampato a Venezia nel 1946 per le edizioni del Cavallino di Carlo Cardazzo, collezionista e mercante d'arte di fama internazionale che diventerà suo compagno fino al 1963.
Cardazzo era veneziano di origine e ligure di adozione. Nel 1941 aveva fondato la Galleria del Cavallino a Venezia e nell'immediato dopoguerra a Milano la Galleria del Naviglio, sede storica dello Spazialismo con le opere di Fontana, Capogrossi, Crippa, Dova, Guidi, Scanavino, Tancredi ecc. e luogo delle prime mostre in Italia di artisti stranieri quali Dubuffet, Kandinskij, Mirò e Pollock. Insieme a lui la Milani contribuì all'affermazione dello Spazialismo e di molti artisti oggi di fama mondiale.
La scrittrice contribuì attivamente anche al lavoro della casa editrice con traduzioni, come quella per le poesie de La cassetta di piombo di Georges Gabory (Cavallino 1945, prima edizione italiana di 250 esemplari), per Sguardi sul passato di Vasilij Kandinskij (Cavallino 1962, prima edizione italiana di 1000 esemplari) o per il bellissimo Lavoro come un giardiniere di Joan Mirò (Cavallino 1964, prima edizione di 1000 esemplari) con una litografia originale a colori dell'Artista in copertina.
Inoltre curò i testi di molti dei cataloghi pubblicati dal Naviglio e di alcuni volumi Naviglioincontri, racconti per testi e immagini delle stagioni artistiche della galleria milanese.
Ai primi due romanzi segue nel 1947 quello che può essere considerato il migliore tra i suoi libri di narrativa, Storia di Anna Drei (la copia disponibile presso la nostra libreria è la prima edizione nella collana Romanzi e racconti italiani di Mondadori, pubblicata nel 1964, arricchita da dedica e firma autografe dell'Autrice con piccolo disegno, datata Milano 7 maggio 1965).
Il suo nome è però senza dubbio legato al suo romanzo più famoso, La ragazza di nome Giulio, uscito nel 1964 per Longanesi. L'opera in cui l'autrice indaga le irrequietudini, le ansie esistenziali e soprattutto i turbamenti e le incertezze sessuali dei suoi personaggi femminili, tematiche centrali di tutte le sue opere, suscitò un vero e proprio putiferio, con tanto di processo e condanna della Milani per offesa al “comune senso del pudore”.
Il volume fu censurato e sequestrato e all'autrice toccarono centomila lire di multa e una condanna a sei mesi di reclusione. L' assoluzione con formula piena giunse solo durante il processo d'appello del 1967, dopo che il mondo degli intellettuali, capeggiato da Giuseppe Ungaretti, si schierò al fianco della scrittrice in una battaglia in nome della libertà di espressione.
Per quanto riguarda la sua attività di pittrice, la sua prima mostra personale ha luogo nel 1965 alla Galleria l'Argentario di Trento e, nello stesso anno, al Circolo degli Artisti di Albissola Mare (disponibili entrambe le plaquettedelle esposizioni di Trento con testi di Garibaldo Marussi e della stessa Artista, e di Albisola Mare) e nel 1969 alla Galleria Il Punto di Torino.
Del 1972 è la mostra di Milano alla Galleria d'Arte Cavour dove la Milani espose quadri-scritti e ceramiche-scritte. Ilbel catalogo contiene quartine di Emilio Isgrò a Milena Milani:
"Voi avete la bocca, avete il naso,
avete denti bianchi e chioma nera.
Avete mani, vestito di raso,
la coda lunga, il pelo, la criniera.
Ella è diversa: si chiama Milena.
E camminava col vecchio Poeta
(bruna, leggiadra, ridente, sirena)
in una città morta, in una lieta
festa di settembre; e nelle piscine
sfilavano i natanti di Germania.
Milena, amavo Venezia, le trine,
i merli dell'Excelsior, la tua smania
di trascinare ai party l'Ungaretti:
Così perdutamente cavernoso
così fanciullo che mille angioletti
gli volavano intorno. E il suo riposo
fu la fine di tutto: delle triglie,
del sale, delle montagne, del fieno,
dell'inchiostro, del marmo, delle figlie
del mare. Dopo veniva il sereno [...]"