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CARRIERI, Mario (Milano 1932)Milano, Italia

Milano,  Lerici  (Forma-Vita 3) 1959 - Prima edizione (First edition)

135 fotografie in bianco e nero di Mario Carrieri

Design di Giulio Confalonieri, Ilio Negri e Giuseppe Trevisani. Stampa di Amilcare Pizzi. Montaggio delle foto a cura di Mario Carrieri

4to,  pp. 164 Rilegato, sovracoperta (hard cover, dust jacket) Sovraccoperta leggermente sciupata lungo i bordi con piccolissime mancanze (Dust jacket slightly worn along the edges, with very small lacks of paper) Molto buono (Very Good)
[Rif. Parr Martin, Badger Gerry, The Photobook: A History I. London, Phaidon 2004]


Il volume è costituito da dieci scene che raccontano Milano senza bisogno di alcun testo, fatta eccezione per una breve biografia dell'autore. Carrieri, fotogiornalista e direttore della fotografia, rimase lontano da qualsiasi altro progetto per due anni, dal 1957 al 1959, per fotografare esclusivamente la nebbia, la periferia, la vita notturna, gli abitanti di Milano. La metropoli fu immortalata da ben 3.500 scatti eseguiti entro la cinta daziaria di Milano fra il gennaio e l'agosto del 1958, su pellicola rapidissima 35 millimetri. Da questa imponente mole di immagini Carrieri selezionò le 135 destinate al volume. Nessuna immagine fu ripresa in luoghi privati: un progetto, si potrebbe dire, tutto ''girato in esterno''. Uno stradario è collocato all'inizio di ognuna delle dieci scene ed aiuta ad orientarsi. Il fotografo non nasconde nessuno degli aspetti meno attraenti e duri della città, non soltanto quando riprende la grigia vita di periferia, ma anche quando ritrae il centro dei negozi e del passeggio, che riesce a far sembrare più scuro e minaccioso del vero, al pari delle zone periurbane. Anche il tempo è ''strumentalizzato'': la Milano di Carrieri è sotto scacco di una pioggerella incessante e di un cielo plumbeo carico di neve. La sua attenzione per gli aspetti più sordidi della vita di città nell'intento di smontare il mito della metropoli ne ha fatto uno dei libri più riusciti del neorealismo fotografico, che proprio a fine anni Cinquanta concludeva la sua parabola.

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