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MOSSE, Richard (Kilkenny, 1980)Broken Spectre

Londra,  Loose Joints 2022 - Prima edizione (First Edition)

Volume pubblicato in occasione della mostra tenutasi presso 180 Studios, Londra 18 ottobre - 12 dicembre 2022. Con 342 foto a colori e in bianco e nero, di cui molte a piena pagina, di Richard Mosse. In allegato uno spillato con testi di  Txai Suruí, Christian Viveros-Fauné, Gabriel Bogossian e Jon Lee Anderson. Intervista di Hans Ulrich Obrist all'artista (in Inglese, portoghese, tupi-Mondè, Yanomami)

4to (cm 32x24,5),  pp. 440 Brossura (wrappers)  Perfetto (Mint)

La devastazione della foresta amazzonica e il cambiamento climatico che ne consegue tendono a svolgersi in modi troppo vasti per essere compresi, troppo minuti per essere percepiti e troppo normalizzati per essere visti. Broken Spectre è un film di 74 minuti che passa da una molteplicità di narrazioni ecologiche, da quella topografica a quella antropocentrica, fino a un attento esame della violenza e della sopravvivenza non umana. Broken Spectre opera su più livelli: immagini microscopiche fluorescenti e colorate descrivono in modo scientifico la complessità interdipendente del bioma amazzonico, mentre scene cinematografiche monocromatiche a infrarossi seguono l'attività mineraria illegale, il disboscamento e l'incendio, l'agricoltura industriale e l'attivismo indigeno.

Broken Spectre è un film e un'installazione video immersiva che cerca di portare la crisi climatica nell'ambito visivo, auditivo e concettuale della percezione umana. Utilizzando tecnologie fotografiche altamente specializzate per documentare sia la biodiversità che la deforestazione della foresta amazzonica, il progetto espande i limiti della nostra percezione con il suo rapporto 5.1 estremamente panoramico, i primi piani della flora e della fauna amazzonica catturati con la luce a infrarossi e la colonna sonora con frequenze sonore tipicamente ben oltre la soglia dell'udito umano. Come nei progetti passati di Mosse, Broken Spectre trascende le forme del fotogiornalismo e della forma documentaristica tradizionale a favore di una nuova modalità documentaristica concettuale. Il progetto si propone di affrontare il nostro stato di cecità collettiva nei confronti dell'imminente catastrofe ambientale: la nostra scelta di un "sublime infranto" rispetto alla ragione scientifica. Sfidando la rappresentazione del cambiamento climatico stesso, il progetto di Mosse presenta un'emozionante indagine su vasta scala e una mediazione poetica sul fallimento del potere dell'immaginazione di comprendere l'immensa totalità.

Richard Mosse è un artista irlandese attualmente residente a New York. Documentando alcune delle più significative crisi umanitarie e ambientali del nostro tempo, il suo lavoro è stato oggetto di recenti mostre personali al San Francisco Museum of Modern Art, alla National Gallery of Art di Washington DC, alla Barbican Art Gallery di Londra e alla National Gallery of Victoria di Melbourne. Recenti mostre di approfondimento si sono tenute alla Kunsthalle di Brema (2022) e alla Fondazione MAST di Bologna (2021). Mosse ha ricevuto il Prix Pictet 2017, ha vinto il Deutsche Börse Photography Prize 2014 e ha rappresentato l'Irlanda alla Biennale di Venezia con la videoinstallazione a sei schermi The Enclave nel 2013.

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