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SZWARC, Ilona (Varsavia, 1984)I am a woman and I feast on memory

Los Angeles,  Edizione a cura dell'Artista 2015 - Edizione originale di 500 esemplari (Original edition of 500 copies)

3 fascicoli (I, II, III). 23 fotografie a piena pagina a colori di Ilona Szwarc per ciascun fascicolo

Design di Michela Povoleri. Stampa digitale HP Indigo

8vo (cm 22,7x21),  pp. 36+36+36 Brossura (wrappers)  Perfetto (Mint)

In this, her first book, Ilona Szwarc is dissecting the process of becoming: how an individual assimilates and makes oneself imperceptible in society while engaging a series of internal and external transformations. Each part of the triptych, consisting of 23 sequential portraits, takes the form of stage makeup tutorials. By employing lookalikes, women who share her general appearance, the artist is placing herself at once as the subject and the object in the photographs. In this step by step process she is manipulating her own image through a proxy: her American doppelganger. These carefully staged photographs confuse the relationship between a portrait or a self-portrait. Szwarc is directing a compelling narrative, in which through cinematic closeups of her painting and drawing on the model's face, she first creates an uncanny portrait of an aged woman, then through abstract and colorful mark-making she transforms her into a large woman. The series culminates with an androgynous, grotesque, saintly mask, a contemporary Vera Icon of her doppelganger.


In questo suo primo libro Ilona Szwarc analizza il processo del trasformarsi: come un individuo si rende impercettibile nella società attraverso una serie di trasformazioni interne ed esterne. Ciascuna parte del trittico, composta da 23 ritratti in sequenza, assume la forma di un tutorial sul trucco di scena. Impiegando sosia, donne che condividono il suo aspetto generale, l'artista si pone come soggetto e oggetto delle sue fotografie. In questo processo graduale manipola la propria immagine attraverso un sostituto: il suo doppelganger americano. Queste fotografie accuratamente allestite confondono la relazione tra ritratto e autoritratto.  Attraverso primi piani cinematografici delle manipolazioni pittoriche condotte direttamente sul viso della modella, Szwarc prima crea un ritratto inquietante di una donna invecchiata, quindi attraverso segni astratti e colorati la trasforma in una donna grassa. La serie culmina con una maschera androgina, grottesca, santa, un'icona contemporanea del suo doppelganger.

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