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CRESCI, Mario (Chiavari, 1942)Mario Cresci. Lo sguardo, l'oggetto, il gesto

Roma,  Il Minotauro fotografia 2012

Catalogo della mostra presso Il Minotauro Fine Art, Roma. A cura di Salvatore Falbo. Testi di S. Falvo e M. Cresci. Fotografie in bianco e nero di Mario Cresci. Catalogo delle opere di Salvatore Falbo, Stefano Falbo, Alfredo Giudici. Inventario delle opere esposte. Biografia

Cm 30x21,5,  pp. 120 Brossura (wrappers)  Ottimo (Fine)

"Il mio desiderio di conoscenza di una società come quella lucana e della sua cultura derivava dal fatto che i parametri formativi del design li avevo acquisiti in un periodo (1963-67) nel quale, dopo la prima fase, per così dire di teorica connotazione Ulmiana (la scuola di Ulm in Germania), vennero a mancare le matrici disciplinari che avrebbero garantito la continuità dei programmi didattici del Corso Superiore di Disegno Industriale che avevo frequentato a Venezia.
L'alternativa ideologica e politica, dopo alcune vicende a Milano, Roma e Parigi, fu quella di verificare la professione nell'area meridionale. Matera è il luogo nel quale si erano accentrate le attenzioni di interessi culturali da parte di gruppi di studio che, a partire dagli anni 50 consentirono all'architetto Quaroni di progettare e costruire il primo villaggio contadino: la Martella nei pressi di Matera. Negli anni '70 un importante lavoro di indagine socio-economica e urbanistica venne realizzato dal gruppo Il Politecnico al quale partecipai sin dall' inizio e il Rapporto su Matera fu una ricerca interdisciplinare che tentava di collegare i fenomeni di sviluppo urbano della città dei Sassi alle previsioni di crescita degli anni 80." (Mario Cresci).

"Cresci fu molto sorpreso per quel ritrovamento e mi disse che ricordava quelle foto scattate negli anni Settanta, in Basilicata e in Puglia che facevano parte di una ricerca fotografica  che gli era stata commissionata dalla Regione Basilicata  per una mappatura visiva delle attività artigianali allora esistenti nelle due regioni. Lo scopo era sostanzialmente conoscitivo e vedeva la fotografia come il medium privilegiato per costruire uno dei primi database del Mezzogiorno [...] Le foto ritrovate erano in parte l'inizio di quel progetto che alla fine degli anni Settanta fu abbandonato, seguendo lo stesso destino delle fotografie" (dal testo di Salvatore Falbo).

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