Reportage fotogiornalistici

La partecipazione al Festival Mondiale della Gioventù  in Unione Sovietica nel 1957 è l'occasione che consente a Luciano D'Alessandro di realizzare il suo primo reportage fotogiornalistico.

Da allora il fotografo compirà diversi viaggi producendo servizi per le diverse testate giornalistiche con cui aveva iniziato a collaborare già dai suoi primi anni di attività come fotografo professionista (1952): nel 1959 inizia la sua collaborazione con Il Mondo di Mario Panunzio, quindi nei diversi anni con L'Espresso, Time, Life, L'Europeo, Stern, Corriere della Sera, Daily Telegraph, Die Zeit, Le monde, Rinascita, L'Unità, Il Mattino, nonchè sulle principali riviste di fotografia, quali Progresso fotografico, Photo, Popular Photography Italiana, Il Diaframma, Camera, etc.

Nel 1970 D'Alessandro si reca a Cuba, su invito del governo cubano per un approfondito reportage sulla realtà cubana. Sarà questo uno dei suoi reportage più impegnativi per il quale scatterà circa 3.000 fotografie. Le foto saranno esposte in diverse mostre, fra cui il Festival dell'Unità di Napoli e lo Studio Nadar di Pisa.

Dal 4 al 19 settembre 1976 si tenne a Napoli il Festival Nazionale de l'Unità. Era la prima volta del Festival a Napoli, la più grande città del Mezzogiorno, e come ebbe a dire Enrico Berlinguer nel discorso della manifestazione conclusiva: ''sembrava una sfida e una scommessa, almeno per quanti in Italia hanno la testa piena di pregiudizi e luoghi comuni su questa città, su questo popolo che sarebbe solo di fannulloni, di indisciplinati, di incostanti, di disperati. Ebbene, uno dei meriti più grandi della nostra festa è di aver dato a tutti costoro una smentita sonora e irrefutabile con la realtà meravigliosa di questo festival, frutto di un entusiasmo che si è tradotto in lavoro organizzato, ordinato, disciplinato; frutto di una fantasia che si è combinata con la perizia tecnica e perfino con la scienza. Il primo risultato di un simile sforzo è stato il recupero di questa grande area nella quale noi siamo ospitati, delle strutture che erano divenute fatiscenti e del suo verde che era stato lasciato nella desolazione e nell'abbandono. Sono stati liberati dalle sterpaglie e trasformati in aiuole e viali trentamila metri quadrati di terreno ... sono state edificate tutte le attrezzature necessarie alla vita quotidiana di una piccola città progredita, destinata ad ospitare ogni giorno migliaia di persone, a dare loro da mangiare, ad assicurare loro il divertimento, a permettere loro di scegliere tra tanti spettacoli, ad organizzare manifestazioni politiche, culturali, artistiche, scientifiche. Ma il più grande risultato del nostro festival è il rapporto vivo, continuo, che esso ha saputo stabilire con il popolo napoletano.''

Luciano D'Alessandro con le sue fotografie ha documentato tutto questo, con profonda umanità e partecipazione, dai primi lavori di recupero delle aree interessate, all'allestimento delle strutture, alla creazione e gestione di tutti i servizi alle manifestazioni politiche, culturali, ricreative.

Poi c'è la sconvolgente esperienza del terremoto dell'Irpinia del 23 novembre 1980. D'Alessandro che era appena diventato responsabile dei servizi fotografici de Il Mattino di Napoli dovette affrontare la tragedia con l'allora direttore del giornale Roberto Ciumi. Le sue foto compaiono dal primo giorno sulle pagine del quotidiano e nei giorni successivi continueranno a documentare l'immane disastro che coinvolse le province di Napoli e Avellino, attraverso i volti degli abitanti di fronte ad interi paesi cancellati dalla furia della natura: Sant'Angelo dei Lombardi, uno dei paesi più colpiti, Lioni, Serino, Nusco, Monforte, Montoro, Guardia Sanframondi, San Agata dei Goti, Balvano, Mirabella Eclano, Montella.
E dopo la fase dei soccorsi D'Alessandro continuerà a seguire, con profonda umanità e forte denuncia, le difficili condizioni in cui sono costretti a vivere gli abitanti dei paesi distrutti e la tribolata fase della ricostruzione.



NOTA TECNICA
L'archivio conserva:
- tutti i negativi di questa serie di fotografie. circa 15000 immagini, di cui 2600 su Cuba, 3000 sul terremoto dell'Irpinia
- 247 stampe fotografiche vintage ai sali d'argento, di diverso formato
- alcune stampe recenti di diverso formato
- il volume Fate presto, Federico Motta editore 2000. Con diverse foto di D'Alessandro sul terremoto dell'Irpinia
-  il volume Quei giorni delle macerie, della paura e della rabbia. EDI. ME. 1981


(Le didascalie che si leggono sfogliando le immagini riportano luogo e anno dei reportage e, nel caso del Festival dell'Unità, anche il numero d'ordine in cui le foto appaiano nel volume "Quindici giorni". Al momento sono presenti solo le immagini ottenute dalla scansione delle fotografie originali disponibili presso l'Archivio)