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GIACOMELLI, Mario (Senigallia, 1925 - Senigallia, 2000)Senza titolo (Il Bambino di Scanno), 1957

Fotografia originale firmata a penna dall'Artista, timbrata e titolata al verso (''Scanno'', Mario Giacomelli, Via Mastai 24, 60019 Senigallia, An). Stampa alla gelatina sali d'argento. Pubblicata in Enzo Carli, ''Giacomelli. La forma dentro. Fotografie 1952-1995'', catalogo della mostra di Senigallia, Rocca Roveresca 1995

Cm 29,8x 38,8 Ottimo (Fine)

Mario Giacomelli realizza la serie fotografica su Scanno tra il 1957 e il 1959; in un periodo storico caratterizzato dalla querelle sul Meridione d'Italia. Questo paesino abruzzese era già stato meta di fotografi illustri tra i quali il grande Henri Cartier Bresson (e, recentemente, Gianni Berengo Gardin), attratti dalla semplicità e naturalezza dei personaggi che popolavano questo povero paese del sud, abitato da vecchi e vecchine, figure lontane avvolte nei caratteristici tabarri. Giacomelli non ha realizzato con le sue fotografie un'indagine sociale né un'operazione di maquillage fotografico, bensì una trascrizione poetica di una vita che pulsa al ritmo di una memoria antica. E qui più che mai bisogna tener conto del punto di vista di Giacomelli al quale Scanno ''appare'' improvvisamente come quella entità reale idealizzata nella sua memoria,che ritrova con tanta forza al punto che, appena arrivato a Scanno, dalla fretta e dall'entusiasmo di fotografare, si lancia con irruenza dalla macchina guidata dall'amico Renzo Tortelli, provocandosi escoriazioni al ginocchio. Era già un viaggio annunciato nel segno dell'avventura; l'appuntamento con Tortelli a Civitanova e poi in macchina verso Scanno dove tutto gli appare magico, come scandito da un rituale antico. Giacomelli trasforma questo quotidiano in una dimensione magica proponendo la sua realtà per perpetuarne il ricordo. Scanno è così che appare e apparirà, spogliata da quei specifici referenti, la cui presenza potrebbe rallentare l'attenzione e la comprensione di questa saga incantata, animata da vecchine e vecchini, che non sono chiusi nell'angoscia dell'ospizio, ma liberi nello spazio della loro solenne dignità, nel proscenio della vita, angeli del buon sogno di Scanno. Dallo sfondo dei vecchi in piazza, col primo piano delle due comari, sorprese dalla ripresa, alle immagini della vita che trascorre in questo paese incantato dal cuore antico. Improvvisa l'apparizione del bambino, al centro degli alti e bassi dell'immagine, picco del tracciato visivo, quale allusiva metafora della vita che cambia, nel trascorrere dei cicli delle stagioni e della ritualità contadina, tra i segni misteriosi dell'astrazione organica e delle rassicuranti presenze che scendono dolcemente la china, in primo piano sulla diagonale dinamica'' (Enzo Carli, ''Giacomelli. La forma dentro''). Una fotografia della serie Scanno venne selezionata nel 1963 dal direttore del dipartimento di fotografia John Szarkowski per la collezione del Museo d'Arte Moderna di New York. Divenne così il primo fotografo italiano a essere incluso nella collezione fotografica permanente del MoMA.

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