Intervista di Sebastiano Grasso ad Alik Cavaliere. Corriere della Sera. 24 Maggio 1992
"Drammaticità ed ironia. Che cosa sceglie?" "L'ironia" "Come la mette in pratica?" "Col distacco dalle opere" "Cioè?" "Riprendo un lavoro. lo capovolgo. lo rifaccio. lo stravolgo. E ricomincio di nuovo"."E l'ironia?". "E' quella che mi fa sdoppiare. Esco da me. mi vedo allo specchio e sorrido"."Fra i materiali usati ho visto anche un differenziale d'auto..." ."Uso tutto quello che mi capita sottomano: marmo. bronzo. rame. pietra. vetro. ottone. acciaio. poliestere. poliuretano espanso. perpex. stoffe. acrilici. calchi". "Calchi di persone?". "Come quelli di Goege Segal"."E' un artista che ama?" . "No. Attraverso lui vedo il lato negativo"."Quale?". "Il diventare naturalistico. Cosa che io spero di non fare"."Che cosa l'ha salvata sinora?". "L'aggancio al dadaismo. Che deriva anche dalla mia amicizia con Duchamp e Man Ray. Attraverso Schwarz"."Cinema. teatro. dadaismo. "furti" dagli amici: come definirebbe la sua arte?". "Rappresentazione di scene quotidiane. Teatro di tutti i giorni. Come quello che sto facendo. adesso. con lei".