Lo straordinario mondo di Riccardo e Cesarina Gualino
A cura di Adele Marini
Questa mostra permanente, periodicamente aggiornata, è composta di oltre 400 oggetti tra disegni, fotografie, libri, manufatti d'arte applicata, autografi ed ephemera e intende gettare un raggio di luce sull'affascinante vicenda di uno dei più importanti imprenditori e mecenati italiani di inizio Novecento, Riccardo Gualino, e di sua moglie Cesarina, danzatrice e pittrice.
L'intento dell'iniziativa è quello di documentare, nei limiti di quanto ancora rintracciabile dell'eredità Gualino, lo straordinario cenacolo culturale e artistico cui Riccardo e Cesarina seppero dar vita, aggregando musicisti, compositori, direttori d'orchestra, danzatori, attori, scrittori, pittori, scultori e architetti di fama internazionale, provenienti da tutta Europa.
Proprio la vastità di questa vicenda culturale e imprenditoriale è l'aspetto che più ci ha affascinato nei mesi di scavo in ciò che rimane dell'immensa fortuna dei Gualino, dispersa in seguito a vari eventi che fanno parte della storia del Novecento.
L'obiettivo di questa iniziativa non è né critico né storico, ma essenzialmente bibliografico: con la catalogazione rigorosa dei preziosi ''frammenti'' rimasti si vuole ridestare l'attenzione su una vicenda ancora troppo poco conosciuta e indagata, e fornire a studiosi, critici ed esperti nuovi spunti di ricerca.
È una mostra a scatole cinesi: dopo una breve introduzione alla storia dei Gualino, qui di seguito, si succedono diversi approfondimenti tematici, ognuno composto da un testo introduttivo e da uno o più cataloghi. Questi a loro volta, composti da materiale collezionistico vario, rimandano a singole schede di approfondimento.
Fra le cose più significative le fotografie e i disegni di Cesarina Gualino (fino ad ora quasi del tutto inediti), gli oggetti della collezione privata (gioielli, ceramiche, vetri, specchi) e gli autografi che documentano il complesso delle iniziative artistiche, teatrali, architettoniche e dei viaggi culturali di Riccardo, Cesarina e dei loro amici.
Infine, questa mostra, per noi, vuole essere un esperimento. È un'esposizione interamente pensata e realizzata per la rete, ma composita e articolata come una mostra tradizionale organizzata in uno spazio fisico. Biglietto d'ingresso, teche, cornici, spazi espositivi reali sono sostituiti da una organizzazione virtuale del materiale raccolto.
La mostra è dedicata a Riccardo Gualino, nipote di Riccardo e Cesarina, scomparso recentemente. Con rara gentilezza, generosità e capacità di condivisione ha evocato i tantissimi ricordi qui raccolti, che sarebbero altrimenti andati perduti. Dell'idea di questa esposizione online era entusiasta e ha fatto in tempo a vederne la versione beta. Eravamo diventati amici e la sua scomparsa ci ha colpito profondamente. Ci sarebbe piaciuto molto poter pubblicare questa mostra insieme.
Benvenuti nello straordinario mondo di Riccardo e Cesarina Gualino....
QUADRO GENERALERiccardo Gualino (Biella, 1879 – Firenze, 1964) sposa nel 1907 Cesarina Gurgo Salice (Casale Monferrato, 1890 – Roma, 1992). Riccardo è già lanciato nel mondo degli affari con attività legate al commercio di legnami e cementi e, dal matrimonio con la figlia di Tancredi Gurgo Salice, anch'egli legato alla produzione di cemento, la sua attività riceverà un'iniezione di nuove risorse. Cesarina (sua lontana cugina) si ritrova dunque, giovanissima, proiettata in un mondo di impegni sociali e affari internazionali.
Dopo il consolidamento della sua posizione economica in Italia con la fondazione del Sindacato Italiano Calce e Cementi, Riccardo rivolge il suo sguardo all'estero con lo sfruttamento di legnami provenienti dai boschi di Russia e Romania e la costruzione di un nuovo quartiere nella città di San Pietroburgo.
Contemporaneamente inizia la prima delle loro numerose iniziative architettoniche: il castello di Cereseto, acquistato nel 1908, dopo anni di restauri, diverrà il primo dei sogni realizzati. E con esso inizierà pure la vasta e ricca attività di collezionismo di opere e oggetti d'arte. Nello stesso anno nascerà la prima figlia Lili e nel 1912 il secondogenito Renato. Cominceranno anche i viaggi, documentati dalle foto di Cesarina raccolte in numerosi album e diari.A questo periodo della loro vita risale uno dei primi e più importanti rapporti artistici internazionali: nel 1914 Jessie Boswell – futura componente del Gruppo dei Sei - entra a far parte della corte Gualino come dama di compagnia. Musicista e pittrice sarà una delle presenze fondamentali nella vita di Cesarina.
Al 1918 risale invece un altro incontro cruciale, quello con Lionello Venturi, titolare della cattedra di Storia dell'Arte dell'Università di Torino, cui probabilmente Riccardo chiede consulenza per i suoi acquisti d'arte. Questo legame durato una vita intera sarà fondamentale per la maturazione del gusto dei due collezionisti e mecenati.
Intanto era cominciato nel 1917 il sodalizio di Riccardo con Giovanni Agnelli, durato circa un decennio: Gualino fu vicepresidente Fiat mentre Agnelli lo fu per la SNIA Società di Navigazione Italo Americana, fondata dall'imprenditore biellese nello stesso anno per i trasporti marittimi tra Stati Uniti e Italia, e riconvertita alla fine della guerra in industria per la produzione di rayon (SNIA Viscosa).Nei primi anni Venti arrivano presso i Gualino, in fuga dalla Rivoluzione d'Ottobre, Sonia, Vitia e Raissa Gourevitch, figlie di Samuel, socio di Riccardo nell'impresa immobiliare russa e pure le sue nipoti Raja e Bella Markman (poi Hutter). Nate da famiglie di musicisti e appassionati d'arte e in alcuni casi già esperte danzatrici, quest'ultime apriranno a Cesarina il mondo della danza moderna.
A questo punto la casa di Torino, in via Bernardino Galliari 28, acquistata nel 1917, restaurata e ampliata dal 1920 al 1924 da Felice Casorati e dall'architetto Alberto Sartoris, diviene la base operativa per le future operazioni culturali. Ovvero il Teatrino privato collegato all'abitazione, dove gli ospiti - Margherita Sarfatti, Luigi Pirandello, Benedetto Croce, Ugo Ojetti tra gli altri - potevano facilmente passare dalla visione degli spettacoli a quella dei capolavori presenti nell'abitazione, e il Teatro di Torino, ex Scribe, acquistato da Riccardo, restaurato da Gigi Chessa e diretto dal musicologo Guido M. Gatti
. Quest'ultimo, inaugurato nel 1925 (come pure il Teatrino), sarà l'esempio italiano di quei teatri ''d'arte'' o ''d'eccezione'' fioriti a Londra, Parigi, Berlino sul finire dell'Ottocento.
Nei cinque anni di attività i due teatri apriranno le porte all'avanguardia europea, portando in Italia i Ballets Russes di Sergei Diaghilev, le danze di Mary Wigman e di Clotilde e Alexandre Sakharoff, la prosa dei Pitoèff, Jacques Copeau del Vieux-Colombier, Richard Strauss, Gaston Baty, Luigi Pirandello, Gian Francesco Malipiero e tantissimi altri.Enorme la collezione d'arte accumulata fino a questo momento: nel 1928 aveva avuto luogo la prima ed ultima mostra della collezione Gualino presso la Regia Pinacoteca, prima che l'intero corpus di opere - Botticelli, Tiziano, Cimabue, Giotto, Mantegna, Antonello da Messina, Tiziano, arte cinese - fosse donato alla Galleria Sabauda (la collezione troverà la sua sistemazione definitiva però solo nel 1959 a seguito di intricate vicende).
Intanto, in ambito architettonico, dopo Cereseto, casa e teatrino di via Galliari, Teatro di Torino, Casa Museo in collina (progettata per la collezione d'arte ma mai portata a termine) è la volta del complesso architettonico di Sestri Levante.
Ma la scure del fascismo sta per abbattersi su Riccardo Gualino e le sue imprese: la notte del 19 gennaio 1931 Riccardo viene arrestato con l'accusa di aver procurato ''grave nocumento'' all'economia italiana per vari affari ritenuti spregiudicati e dannosi dal Duce in persona. Lo sconvolgimento mondiale causato dalla crisi del ‘29 aveva in effetti portato il suo impero in prossimità della bancarotta.Riccardo viene condannato al confino nell'isola di Lipari (e poi a Cava dei Tirreni). Qui, la sua infaticabile voglia di attività, lo portò a scrivere, in poco più di un anno, un'autobiografia, un romanzo sulla crisi economica del '29 e un racconto sulla conquista coloniale dell'Africa. Cesarina durante le visite al marito comincia assiduamente a praticare la pittura, dopo le lezioni di assonometria sul finire degli anni Venti a Torino con Chessa e i primi disegni di mobili realizzati per la casa di Sestri. Mussolini fece rilasciare Gualino nel 1932 mentre il suo impero e la sua immensa fortuna venivano smembrati, le case sequestrate e lui stesso interdetto dal ricoprire cariche pubbliche per dieci anni.
I due vissero per tutto il 1933 vicino Parigi, dove ricostituirono parte di quel cenacolo torinese che sembrava disperso. Rientrati in Italia, dopo un anno vissuto a Portofino (ove faranno ritorno tutte le estati fino al 1943), i Gualino si trasferiscono a Roma dove ritrovano molti amici torinesi che già vivevano nella capitale (Argan, Debenedetti, Gatti, Antonicelli).Ricominciano i tè, le discussioni, le visite alle mostre, la costruzione di una nuova casa ''moderna'' ai Parioli, le nuove amicizie: Sibilla Aleramo, Palma Bucarelli, Savinio, Corrado Alvaro, Alberto Moravia, Anton Giulio Bragaglia, Fausto Pirandello, Cesare Zavattini, Emilio Cecchi e sua moglie Leonetta, Massimo Bontempelli, Libero De Libero, autore quest'ultimo di una monografia delle opere di Cesarina uscita per le Edizioni della Cometa nel 1944.
Intanto Riccardo trasferisce a Roma la Lux Compagnia Italiana Cinematografica da lui fondata a Torino nel 1934. Convinto delle grandi potenzialità del cinema, ne fece una delle principali case cinematografiche italiane, che produsse centinaia di film con molti registi dei tempi d'oro del nostro cinema. Si aggiunge ancora un nuovo gioiello architettonico: la villa ''Il Giullarino'' sulle colline fiorentine, restaurata da Michele Busiri Vici.Nel 1947 ha luogo la prima ed unica esposizione di opere di Cesarina presso la Galleria d'Arte Palma di Pier Maria Bardi a Roma. Era la seconda volta nella sua vita che Cesarina decideva di esporsi, dopo la prima volta con la danza al Teatro di Torino, il 3 maggio del 1929.
Il periodo romano vede il riformarsi, dopo la donazione di opere allo Stato nel 1928 e la dispersione della collezione torinese in seguito al confino, di una seconda collezione, le cui opere figureranno nelle principali mostre pubbliche degli anni Cinquanta e Sessanta: ai quadri dei Sei pittori salvati nel 1931 (i Modigliani invece erano stati svenduti al momento della requisizione delle case sotto il fascismo) si aggiungono Scipione, Guttuso, Severini, Mafai, Afro, Maccari, Bartolini, Morandi, Carrà, De Chirico, De Pisis, Rosai, Fontana, Manzù, Marini, Martini e moltissimi stranieri: Renoir, Rouault, Picasso, Degas, Manet, Chagall.L'ultimo capitolo architettonico è la casa Mattei in piazza in Piscinula, acquistata nel 1955, i cui lavori di ristrutturazione interna furono affidati sempre a Michele Busiri Vici, e dove i Gualino si trasferirono nel 1958 per l'ultimo capitolo della loro favolosa esistenza.
Riccardo Gualino muore a Firenze nel 1964. Cesarina gli sopravvisse per 28 anni.