Un ipnotico video della BBC sull'arte litografica

È stato appena pubblicato sul sito della BBC-Cultura un video, girato da Adam Procktor, dedicato all'arte litografica. Il filmaker riprende due stampatori di Berlino mentre incidono, raschiano e levigano. Ipnotico nel suo ritmo misurato e nella colonna sonora minimale, il breve filmato riprende Sarah Dudley e Ulli Kühle mentre disegnano sulla pietra in più strati di colore, incidono con l'acido nitrico, inchiostrano e stampano su carta di stracci acid-free.
Secondo la Dudley, questa forma d'arte di nicchia non è completamente morta. "C'è stato un momento nel 1960 in cui sopravvivevano pochissimi stampatori sparpagliati fra Francia e Germania", dice alla BBC. "Se è vero che ci sono pochi litografi nel mondo - pochi certamente se paragonati al numero di pittori e scultori - questa forma d'arte è tutt'altro però che in via di estinzione".
Il processo è noto: il materiale base è la pietra (lithos in greco antico). L'artista disegna con pastelli e matite speciali e colori liquidi simili all'acquarello che contengono grasso, prima di utilizzare una miscela che fissa il disegno sulla pietra attraverso una reazione chimica. Il processo viene ripetuto per ogni strato di colore.
Sembra complicato, ma si basa su una tecnica semplicissima.
"I tre materiali principali sono la pietra, il grasso e l'acqua. L'intero processo di stampa dipende dal principio che grasso e acqua non si mescolano. Essenzialmente è possibile disegnare con tutto ciò che contiene grasso - un artista che conosciamo ha realizzato una litografia utilizzando del burro. Le impronte digitali o la vaselina funzionano bene allo stesso modo" spiega la Dudley.
Un artista che interpretò l'arte litografica in maniera del tutto personale e non convenzionale fu Francisco Goya. Uno dei suoi sodali, il pittore spagnolo Antonio de Brugada, scrisse a proposito del suo metodo di lavoro poco ortodosso:
"Goya lavorava alle litografie sul suo cavalletto, posizionando la pietra come una tela. Utilizzava i pastelli come pennelli, non affilandoli mai. Rimaneva in piedi, camminando avanti e indietro continuamente per giudicare l'effetto. Di solito ricopriva tutta la pietra con una tinta grigia uniforme, e poi rimuoveva le zone che dovevano essere 'portate alla luce' con un raschietto; qui una testa, una figura, un cavallo, un toro. Il pastello rientrava subito dopo in gioco per rinforzare ombre e tratti, per accentuare le figure e dare loro un senso di movimento".
Si tratta di un procedimento a più livelli, che nasconde il risultato allo stesso artista fino all'ultimo passaggio. Dudley dice che la sua parte preferita è "il momento in cui si realizza la prima stampa che reca impresso il disegno per le fasi di colore successive...ancora non sai davvero come apparirà fino a quando non lo vedrai stampato. Quindi inchiostri l'ultima pietra, posi il foglio e fai scorrere la pietra attraverso il rullo. E' un 'Eureka-moment' quando vedi la prima immagine completa!".

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